Cava di Pissy

 Dal diario di viaggio di Antonella

Pareva di essere in un girone dell’inferno ed invece eravamo alla cava di Pissy, dove intere famiglie di disgraziati trascorrono le loro giornate, o meglio, la loro vita!

Montagne di pietra spaccate grazie al calore sprigionato da copertoni di camion bruciati.

Donne che con caparbietà trasportano sulla testa i grossi lastroni ottenuti e risalgono la cava verso ripari alquanto fatiscenti sotto i quali altre persone (donne, anziani e bambini) li battono con pistoni e cilindri di ferro per frantumarli e trasformarli in ghiaia.

Ma perché, a quale scopo, intere famiglie vivono tra quella polvere irritante, tra quel puzzo insopportabile di gomma bruciata, si sottopongono a sforzi così inumani e ripetono incessantemente questo assurdo rituale? Per 300 franchi, o forse meglio, per un pugno di miglio da mangiare, non altro che il ricavato della vendita di una terrina di ghiaia!

Le giornate sono di 24 ore, levate quelle di sonno ne rimangono 16 o 17. Quelle di oggi… mi sono sembrate un’eternità!

Il lavoro delle donne in cava
Il lavoro delle donne in cava
la quotidianità
la quotidianità
bambini
bambini
il duro lavoro della macinatura delle pitre
il duro lavoro della macinatura delle pietre
il nostro piccolo aiuto
il nostro piccolo aiuto